“Questo è un libro di vita vero, autentico, documentato, caldo come crosta di pane appena uscito dal forno.” È così che Pietro Paolo Angelini introduce il libro “Storie dell’altro millennio” di Giovanna Pellegrini.
Si è tenuta infatti oggi, 1° ottobre, presso la fondazione Ricci di Barga, la presentazione del libro con l’autrice Giovanna Pellegrini, il professore Pietro Paolo Angelini e la presidentessa della fondazione Cristiana Ricci.
“Questo non è un romanzo storico ma è un resoconto di vita, con un approccio sentimentale e poetico. – Afferma Angelini – Ha le caratteristiche di un dono”
Il libro è infatti, secondo l’autrice, la sua personale eredità per i nipoti di oggi e di domani.
L’idea è nata quando ha trovato, nella sua vecchia soffitta, un baule contenente documenti riguardanti la propria famiglia, che risalivano ad anni compresi tra metà Ottocento e metà Novecento. Da questo ritrovamento è nato il desiderio di tramandare queste memorie ai posteri.
“Voglio lasciare qualcosa prima che l’alta marea cancelli le orme sulla sabbia - è intervenuta Pellegrini – per i miei nipoti e per le generazioni future. Ci tengo soprattutto che capiscano i sacrifici che sono stati fatti da chi li ha preceduti per raggiungere determinati obiettivi. Non bisogna mai dare per scontato ciò che abbiamo: i diritti civili, l’emancipazione. L’epoca che stiamo vivendo oggi ce lo sta ampiamente dimostrando.”
Un altro argomento fondamentale che viene affrontato è quello dell’immigrazione, poiché sia la famiglia materna che paterna si sono trovati spesso costretti a compiere viaggi o trasferimenti in terre sconosciute, per poter lavorare ed avere una vita dignitosa.
Storie di un tempo remoto ma al contempo attuale, perché è tenendo stretti i ricordi e facendo tesoro delle storie di chi ci ha preceduto che possiamo capire il presente. Occorre ancorarsi al passato per sentire forte la propria identità e la scrittura è per questo un mezzo importante.
“Si scrive per recuperare un passato individuale e collettivo – sostiene Angelini – Soprattutto in questo periodo possiamo osservare un malessere legato all’insicurezza. Il presente è incerto e mutevole e ci troviamo all’interno di una società impaurita, preoccupata dalla guerra. Sapere da dove veniamo può darci anche speranza per il futuro, può sostenerci per non sprofondare.”
All’interno del libro vengono narrate molte storie ma, in particolare, viene recuperata la grandezza delle persone comuni: quelle che hanno vissuto gli avvenimenti storici, a volte anche subiti, ma al contempo hanno contribuito a rendere il passato ciò che è stato. Una piccola storia che diventa una grande storia.
Soprattutto per quanto riguarda le donne, che hanno avuto un ruolo fondamentale ma fin troppo spesso trascurato.
“Mia madre durante la Seconda guerra mondiale faceva sette chilometri a piedi per andare a lavorare ed altrettanti per tornare a casa, costruiva i bozzoli per i fucili. – racconta Pellegrini - Il lavoro di tantissime donne è stato fondamentale per l’Italia durante quegli anni. Probabilmente è anche per questo motivo che dopo la fine della guerra è stato ottenuto il diritto di voto.”
L’autrice sottolinea come gli anni successivi al dopoguerra abbiamo segnato la fine di un’epoca, da quel momento l’Italia è cambiata completamente: è iniziata la spinta verso il consumismo, si è persa la volontà di seguire quelli che erano i modelli sociali imperanti.
Durante la presentazione i presenti hanno potuto godere della lettura di alcuni brani dell’opera, dimostrando notevole apprezzamento ed interesse.